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La lotta al dolore non ha colore
Il ministro della Salute Livia Turco ha inviato una lettera a Walter Veltroni, Silvio Berlusconi e agli altri candidati premier alle prossime elezioni politiche per sollecitare il loro impegno nella prossima legislatura affinché sia approvata subito la legge che facilita la prescrizione dei farmaci contro il dolore.



Una legge in materia era già stata presentata dal ministro Turco il 19 ottobre 2006, e approvata dal Senato nel dicembre 2007.
Le elezioni anticipate hanno impedito che ricevesse il via libera anche dalla Camera. "Carissimi - si legge nella missiva - Vi scrivo per richiamare la vostra attenzione su una battaglia di civiltà per la quale ho speso una parte rilevante delle mie energie nel corso del mio mandato di governo, e che purtroppo non è stata coronata da successo. Mi riferisco alle norme per la semplificazione della prescrizione dei farmaci oppiacei per il dolore severo, approvate in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 19 ottobre 2006 e, a larga maggioranza, dal Senato della Repubblica nella seduta del 12 dicembre 2007.


L'interruzione prematura della legislatura non ha consentito, purtroppo, l'approvazione definitiva di quel provvedimento, tanto atteso e sollecitato dalla comunità scientifica e professionale, dalle organizzazioni di tutela, dai cittadini come una svolta decisiva per la terapia del dolore nel nostro Paese.
E' noto che ancora oggi - prosegue il ministro - nonostante i progressi compiuti nel corso degli ultimi anni, l'Italia si colloca agli ultimi posti per la prescrizione di questi farmaci.
I dati a nostra disposizione ci dicono che ogni anno in Italia circa 160 mila malati muoiono di cancro, ma se calcoliamo le fasi terminali conseguenti ad altre malattie, e le cronicità che richiedono interventi lenitivi del dolore, le persone interessate superano il milione".
"Il dolore che caratterizza le fasi terminali della vita e molte malattie croniche - sottolinea la responsabile della sanità italiana - è inutile e ingiusto. La scienza afferma, ormai da tempo, che il dolore fine a se stesso va contrastato perché toglie lucidità, compromette la qualità della vita, accresce la solitudine di fronte alla sofferenza, avvicina il desiderio della morte".

"Combattere il dolore significa anche questo - prosegue il ministro - allontanare il desiderio della morte di fronte a una grande sofferenza. Ci sono molte ragioni che mi spingono a chiedere l'assunzione di un impegno formale perché quelle misure, chiunque risulti vincitore della competizione elettorale e titolare della azione di Governo nella prossima legislatura, siano riprese e approvate dal primo Consiglio dei ministri e possano così riprendere il loro cammino parlamentare.

Una misura concreta - conclude il ministro - per impedire che il dolore si trasformi in un impoverimento della dotazione di diritti della persona e per garantire l'eguaglianza di fronte alla sofferenza e alla morte che, ne sono certa, potrà contare sulla sensibilità e sul sostegno di voi tutti".

Fonte: DoctorNews.it
11/03/2008

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